Sono un ragazzo a cui piace:ascoltare la musica. Musica normale, non il jazz o il trip-hop o musica etnica. Diciamo musica da Mtv. Però non mi piace Mtv. Non lo guardo. Non lo guardo perché non mi piace il logo: la “M” è troppo grassa. Se avesse la “M” più magra credo che passerei giornate intere a guardare Mtv, ma non ce l’ha e quindi non lo guardo. Quando guardo l’unplugged dei Nirvana stacco un rettangolo di scotch nero e lo appiccico sullo schermo della televisione, proprio sopra il logo, così non lo vedo.Mi piacciono i film, i film americani soprattutto. A volte quelli inglesi. Raramente quelli italiani. Mai quelli polacchi o russi…o dell’est in generale. Per non parlare di quelli cinesi e giapponesi. Non riesco a guardare un film con attori giapponesi/cinesi, perché hanno sempre la stessa espressione, tranne Lucy Liu, va be’ ma lei è figa. Non guardo i film polacchi perché non li capisco e poi resto emarginato dalle discussioni. Tutti quelli che capiscono i film polacchi poi parlano di esistenzialismo, delle teorie sul suicidio di Durkheim e della situazione socio-politica dell’URRS. E io sono emarginato.Mi piace leggere. I libri che hanno belle copertine e bei titoli mi attraggono…sessualmente dico. Farei sesso volentieri con un libro che si chiama “Bella come una padella” e l’autrice si chiama “Amelie Nothomb”. Mi attrae un po’ meno se il libro si chiama “L’era del porco” e a scriverlo è uno che di cognome fa “Morozzi”. Mi piacciono anche le riviste di musica. Quelle con dentro tante immagini di tipi tossici e ricchi che ogni volta che li guardo sembrano dirmi “Hei beibi, tu non sarai mai come me!”. Mi piace iniziare dalla fine di una rivista e procedere a ritroso. Forse perché non mi piacciono le fini. Non riesco ad arrivare alla fine di niente. I finali dei film non li ricordo mai. Dei libri, le ultime venti pagine non le leggo. Se si tratta di libri scolastici poi…be’ di quelli leggo solo il titolo e poi li ripongo…sempre per la questione del titolo. Certo che leggere un libro al contrario o vedere un film dalla fine, non avrebbe molto senso. Ma nemmeno quello che ho scritto ce l’ha, quindi non vedo dov’è il problema.Mi piace l’arte. L’arte semplice tipo gli espressionisti o gli impressionisti. L’arte concettuale No. Proprio no. Che poi “arte concettuale” non ha molto senso come espressione. Tutto ha un concetto. Se poi vuoi dirmi che il concetto di quel cerchio che hai disegnato è l’idea di continuità della vita nella reincarnazione in una vacca della Malesia morsa da una tigre bianca poi sparata dal cacciatore con un fucile che al mercato mio padre comprò, quella è solo l’effetto della droga. E allora si dovrebbe chiamare “arte tossica”. E allora sarei un appassionato dell’arte tossica. Ma si chiama arte concettuale.Mi piacciono tante altre cose: ridere quando nessun altro lo fa; camminare a piedi quando fa freddo; le sigarette; il caffè; il vino…Quando sarò grande inventerò una cosa che fa male come il caffè, le sigarette e il vino però rinchiusi in un unico oggetto cosicché uno non deve sentirsi in colpa ogni volta che beve un caffè, fuma una sigaretta e beve una bottiglia di vino…con la mia invenzione ti sentirai in colpa una volta sola. Ho già lo slogan: “Tre sensi di colpa in uno. La convenienza non è mai stata così dannosa”.