Capitano Testa di Pomodoro nasce. Così come nasce, muore. Nasce nel 1788 in un paese del Regno delle due Sicilie. Nel 1789 il padre, noto commerciante di bottarga e polvere da sparo, si trasferisce in Francia e con lui tutta la famiglia. Lì, Test de pomoduàr, viene accudito da un giovane studente di Giurisprudenza, Massimiliano Francesco Maria Isidoro. È proprio il giovane badante a sentir pronunciare la prime parole del piccolo Testa: “ibettè, ghegaiè, fafefiè”.
Il piccolo Testa crebbe sano e robusto…sano… va be’, il piccolo Testa crebbe. A 14 anni riscrisse la Divina Commedia, in chiave erotica: fu il primo caso in cui l’autore di un’opera vietata ai minori di 18 anni, era egli stesso minore di 18 anni e quindi impossibilitato a leggere una cosa che lui stesso aveva scritto e che quindi aveva, obbligatoriamente, letto quindi, figuratevi se mi sto impappinando io a scriverlo i giudici che dovevano sentenziare il caso come stavano messi, perciò optarono per una pizza e una birra. La fama di Testa venne con il trattato De Veritate Religionis Christianae. Con questo trattato il giovane autore, appena ventenne, era riuscito a dimostrare che, in realtà, Gesù non era Gesù, il vero Gesù era Giuda, che, però, fu imbrogliato dal finto Gesù e fatto crocifiggere e lui, il finto Gesù, poté godere di tutti i pani e i pesci che gli pareva e piaceva, ché tanto il vero Gesù era morto crocifisso, ma non aveva fatto i conti col fatto che Giuda, che in realtà era Gesù, aveva i superpoteri e quindi, con uno sguardo laser, ammazzò tutti i centurioni romani, si liberò dalla croce, pisciò nell’acqua di Ponzio Pilato e tornò dal finto Gesù per fargliela pagare, ma l’avevano già acchiappato, perché quello stupido, dopo aver moltiplicato pure il vino, andava in giro a dire “Sono Gesù, sono Gesù e posso fare il cazzo che mi pare e piace”, però lui non ce l’aveva i superpoteri e quindi i centurioni aspettarono che Gesù (quello finto) si avvicinasse ad un angolo per pisciare, e lo arrestarono (non prima di averlo schernito, mentre lo sodomizzavano: “Vediamo se vuoi moltiplicare pure ‘sti pesci“).
In seguito alle forti critiche che suscitò quest'opera, Testa decise di rinchiudersi in casa e di non far sapere più nulla di sè. Fino al 2980 quando Testa di Pomodoro viene ritrovato morto nella sua abitazione per autoasfissia erotica.
lunedì 17 novembre 2008
Autobiografia
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Ero giovane e inesperto
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Ringraziamenti
A mio fratello Leonardo e a Nicola per il logo.
2 commenti:
...autoasfissia erotica.....
mmmm....copione! Così ci devo morire io..... :-P
ahahaha, ma come ti è "venuto" (per autoasfissia erotica) in mente?^^
Moz-
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