lunedì 17 novembre 2008

Autobiografia

Capitano Testa di Pomodoro nasce. Così come nasce, muore. Nasce nel 1788 in un paese del Regno delle due Sicilie. Nel 1789 il padre, noto commerciante di bottarga e polvere da sparo, si trasferisce in Francia e con lui tutta la famiglia. Lì, Test de pomoduàr, viene accudito da un giovane studente di Giurisprudenza, Massimiliano Francesco Maria Isidoro. È proprio il giovane badante a sentir pronunciare la prime parole del piccolo Testa: “ibettè, ghegaiè, fafefiè”.
Il piccolo Testa crebbe sano e robusto…sano… va be’, il piccolo Testa crebbe. A 14 anni riscrisse la Divina Commedia, in chiave erotica: fu il primo caso in cui l’autore di un’opera vietata ai minori di 18 anni, era egli stesso minore di 18 anni e quindi impossibilitato a leggere una cosa che lui stesso aveva scritto e che quindi aveva, obbligatoriamente, letto quindi, figuratevi se mi sto impappinando io a scriverlo i giudici che dovevano sentenziare il caso come stavano messi, perciò optarono per una pizza e una birra. La fama di Testa venne con il trattato De Veritate Religionis Christianae. Con questo trattato il giovane autore, appena ventenne, era riuscito a dimostrare che, in realtà, Gesù non era Gesù, il vero Gesù era Giuda, che, però, fu imbrogliato dal finto Gesù e fatto crocifiggere e lui, il finto Gesù, poté godere di tutti i pani e i pesci che gli pareva e piaceva, ché tanto il vero Gesù era morto crocifisso, ma non aveva fatto i conti col fatto che Giuda, che in realtà era Gesù, aveva i superpoteri e quindi, con uno sguardo laser, ammazzò tutti i centurioni romani, si liberò dalla croce, pisciò nell’acqua di Ponzio Pilato e tornò dal finto Gesù per fargliela pagare, ma l’avevano già acchiappato, perché quello stupido, dopo aver moltiplicato pure il vino, andava in giro a dire “Sono Gesù, sono Gesù e posso fare il cazzo che mi pare e piace”, però lui non ce l’aveva i superpoteri e quindi i centurioni aspettarono che Gesù (quello finto) si avvicinasse ad un angolo per pisciare, e lo arrestarono (non prima di averlo schernito, mentre lo sodomizzavano: “Vediamo se vuoi moltiplicare pure ‘sti pesci“).
In seguito alle forti critiche che suscitò quest'opera, Testa decise di rinchiudersi in casa e di non far sapere più nulla di sè. Fino al 2980 quando Testa di Pomodoro viene ritrovato morto nella sua abitazione per autoasfissia erotica.

mercoledì 5 novembre 2008

- nella mia famiglia siamo dieci figli
- sangue di cri', dieci figli! se muore qualcuno non ve n'accorgete nemmeno

Ero giovane e inesperto

Ringraziamenti

A mio fratello Leonardo e a Nicola per il logo.