giovedì 20 dicembre 2007

Addio

Dio: Pietro…

Dio: PIETRO!
S.Pietro: (annaspando) eccomi Signore
Dio: Oggi è il giorno…
S.Pietro: 20 Dicembre Signore
Dio: no in quel senso! Oggi è il giorno!
S.Pietro: …
Dio: Cosa dovevamo fare oggio?
S.Pietro: Giudizio universale?
Dio: No
S.Pietro: III guerra mondiale?
Dio: Pietro…
S.Pietro: Scherzavo, scherzavo
Dio: A me non piacciono questi scherzi!
S.Pietro: Signore, se mi permette, lei ha perso quel senso dell'umorismo che la caratterizzava quand'era giovane. Lei era un Uomo simpaticissimo, cioè voglio dire, ha creato l'ornitorinco!
Dio: Pietro ti spedirei volentieri a lavare le latrine del quarto girone dell'inferno
S.Pietro: No, Dio non voglia!
Dio: però vorrei...Comunque, oggi è il giorno del licenziamento
S.Pietro: Ahh, quel giorno!
Dio: Esatto, “quel giorno”
S.Pietro: Lo vado a chiamare subito
Dio: Grazie Pietro

2007: Signore, voleva vedermi?
Dio: Ciao 2007, siediti, siediti pure
2007: No grazie, sto bene in piedi
Dio: Vuoi qualcosa da bere? Un po’ d’acqua, un’aranciata?
2007: Se ha una cochina bella fresca, la prendo
Dio: Pietro vai a prendere una coca cola per 2007
S.Pietro: Subito
Dio: Senti è po’ difficile come situazione e quindi cercherò di essere il più diretto possibile
2007: È successo qualcosa? Ho fatto qualcosa?
Dio: Nono, tu non hai fatt…
S.Pietro: ED ECCO LA COCHINA PER IL NOSTRO CARO 2007!
Dio: C’era proprio bisogno di gridarlo?
S.Pietro: …
Dio: C’era proprio bisogno di interrompermi?
S.Pietro: Sono desolato Signore
Dio: Non so come devo fare con te Pietro.
S.Pietro: Chiedo umilmente scusa
Dio: Hai rovinato l’atmosfera! Ora come faccio a dirglielo?
2007: Dirmi cosa?
Dio: 2007...purtroppo…come dire…
2007: Cosa?
Dio: Ecco Pietro, vedi cos’hai combinato? Ora glielo dici tu!
2007: Per favore, la reticenza non mi è mai piaciuta, se dovete dirmi qualcosa ditemelo subito
Dio: Vai Pietro, prego.
S.Pietro: Quello che il Signore vorrebbe dirti è che…
2007: che…
Dio: che…
S.Pietro: Sei licenziato
2007: Oh mio dio!
Dio: Che c'è?...Ah scusa, pensavo mi stessi chiamando
2007: Ma ho lavorato sempre bene. Puntuale come pochi, perché, perché mi state licenziando?!
Dio: Sì tu sei un gran lavoratore e se ti licenziamo non lo facciamo per causa tua, la colpa è di Gregorio XIII
2007: Sì, come no, bella scusa! Scusate, signori, ma io devo finire alcuni lavoretti. E' stato "un piacere" lavorare con voi. Addio
Dio: ...Ogni anno la solita storia. Non ce la faccio proprio più...
S.Pietro: Mi scusi Signore ma ogni volte la parte peggiore tocca a me.
Dio: Zitto Pietro!
S.Pietro: Scusi…
Dio: Fai entrare i candidati per piacere. Abbiamo 10 giorni per trovare 2008.

sabato 15 dicembre 2007

Censura Questa non è censura

Bar: Che vita di merda
Bancone: A chi lo dici. Questi stronzi mi sporcano con birra, salsine varie e si appoggiano su di me come se fossi un bastone
Bar: E io allora? Devo tenere dentro la mia pancia tutti le sedie, i tavolini, la cucina…e poi che nome mi hanno dato? Bar sport! Un po’ di fantasia no?
Bancone: Bar sport è un bel libro
Bar: L’hai letto?
Bancone: No
Bar: Ma sai leggere?
Bancone: No
Bar: E allora come fai a dire che è un bel libro
Bancone: Sesto senso
Bar: Bel film
Bancone: L’hai visto?
Bar: No
Bancone: Com’è che si chiama il regista?
Bar: Shamano?
Bancone: Shamamin?
Bar: Scimmialano?
Bancone: Sciurisciuri?
Bar: … non ricordo
Bancone: Ma ci interessa?
Bar: No
Bancone: Che dialogo inutile
Bar: Eh, non dirlo a me
Bancone: E a chi lo dico allora?
Bar: A lui
Bancone: A lui chi?
Bar: Lo “scrittore”
Sottoscritto: (con sorrisisino orgoglioso) Stavate parlando di me?
Bar: (scocciato) Si
Sottoscritto: Eh ditemi, ditemi, cosa stavate dicendo di bello?
Bancone: Che questo dialogo è inutile Che sei un genio!
Bar: Hey non vale, non puoi farlo! Concordo!
Sottoscritto: Ah grazie, siete molto gentili!
Bancone: Hey, così no! Non si fa!
Sottoscritto: Perché? Cos’ho fatto?
Bar: Questa è censura bella e buona!
Sottoscritto: Così mi offendete, quella non era censura…
Bar:
Bancone:
Sottoscritto: …questa è censura!
Bar:
Bancone:
Sottoscritto: Come? Scusate ma non riesco a capire quello che state dicendo…ah già, forse perché se io non voglio voi non proferite parola…SONO LO RE!

Sottoscritto: Ecco, così va meglio...

Sottoscritto: Bello il silenzio...

Sottoscritto: Riflessivo direi…

Sottoscritto: Nicò senti un pò, ma stase...
Nicola: OH! STO LAVORANDO PORCç°@#! NON SCASSARE!
Sottoscritto: sì, scusa...

Sottoscritto: (girando i pollici e con sguardo perso) lallallà fiuu fiuu
Nicola: ZITTO!
Sottoscritto: 'cusa...
...
Sottoscritto: Hey amici, ci siete?
Bar:
Bancone:
Sottoscritto: Dai, ora potete parlare
Bar: Io con te non ci parlo!
Bancone: Nemmeno io!

Sottoscritto: Ciao miei nuovi amici
Bar Bandana: Ciao
Bancone Babbo natale: Ciao

domenica 9 dicembre 2007

Maestro di vita

E tra la folla che lo ascoltava religiosamente si fece avanti un ragazzo e chiese: “O maestro, la prego, mi dica: cos’è lo Stato?”
E il maestro rispose “Caro ragazzo lo Stato è una chimera. Un insieme di persone stanziate in un luogo circoscritto che intraprendono tra loro relazioni continue e durature può essere, già di per sé, definito Stato. Ma ciò, al popolo, non è bastato. Hanno creduto necessario identificare un primus inter pares che avesse le capacità, le conoscenze e le abilità per condurre, amministrare e provvedere al sostentamento di un popolo. Sciaguratamente si rilevarono inutili le virtù che ti ho prima elencato in quanto aggressività, cattiveria, belligeranza e il farsi vanto di una falsa discendenza divina divennero caratteristiche comuni ai conduttori di popolo”
E una donna chiese: “O maestro, cos’è Dio allora?”
E il maestro rispose: “Cara donna, cioè che tu chiami Dio io posso chiamarlo Principio o Etere o Kasmatwerxxis e avrebbe lo stesso aspetto: il nulla. Abbisogniamo di un individuo a cui attribuire sembianze umane e su cui far ricadere i meriti e le cause di ciò che poco conosciamo o che ignoriamo. Abbiamo bisogno di un qualcosa o di un qualcuno di superiore su cui confidare, perché ammettere che a stabilire le regole del mondo possa essere stato il caso, la fortuna, ci spaventa. Perché ammettere che, forse, l’intera vita è frutto di una fortuita casualità, ci terrorizza”
E parlò poi l’uomo: “O Maestro cos’è la paura?”
E il maestro disse: “Caro uomo la paura è uno strumento che utilizzano i potenti per assecondarci ai loro voleri e per rafforzare la propria podestà: chiunque ha paura non cerca il progresso, non cerca il cambiamento ma spera che tutto resti così com’è. Anche la più dannosa e nefasta delle condizioni, per il timoroso, diviene una condizione gradita. Poi, invece, c’è la fobia: lei ci aiuta a crescere, ci aiuta a diventare più forti. La fobia del buio per un bambino o dell’altitudine per un uomo sono prove che, inconsciamente e irrazionalmente, ci poniamo e solo il loro superamento ci renderà, piano a piano, sempre più saggi e più forti”
E poi venne il turno del bambino che disse: “O maestro, perché state mettendo le mani nei miei pantaloni?”

lunedì 3 dicembre 2007

Teorema

C’è un teorema, provato scientificamente, secondo cui la forza con cui i liquidi contenuti nella vescica fanno pressione sull’organo per essere secreti aumenta al diminuire della distanza in cui si trova il proprio bagno.


A_______________b3_______________b2______________b1_______________B

A= Bagno
B= Luogo indefinito
b1;b2;b3= Punti intermedi

Coefficiente di pressione (C.d.P):
=0: Pressione inesistente (Fig. A)
=1: Stimolo base (Fig. B)
=10: Pressione massima: implosione della vescica (Fig. C)


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Il soggetto ics, all’inizio dell’esperimento, si trova nel punto B (C.d.P. 0; fig.A). Prosegue il suo cammino per i successivi 20 metri finché non giunge nel punto b1: coefficiente 0,4 (0,6 in alcuni individui; 4 per gli incontinenti) Altri 20metri è l’individuo (cavia) approda nel punto b2. In questo esperimento il punto b2 è il nostro “punto di partenza”, difatti si è verificato in questo punto preciso un innalzamento del C.d.P fino al valore di 1 (fig. B) Questo significa che in quel preciso punto, 40 metri dopo il punto di partenza, la cavia ha dichiarato pubblicamente di dover andare in bagno perché ne aveva necessità. Il percorso è proseguito per i successivi 20 metri e si è notato che dal punto b2 al punto b3 il coefficiente non è aumentato ma è restato pressappoco uguale. Il motivo è da ricercarsi in quel fenomeno che i freudiani hanno definito “Complesso di Benito”*. La cosa strana è avvenuta negli ultimi 20 metri che separavano il punto b3 dal punto A (il bagno). Nell’ultima parte del percorso il C.d.P della cavia è salito, inspiegabilmente (un‘equipe di scienziati, geologi, ornitologi e spazzini ci sta lavorando su da 4 mesi), da 1,2 a 6. La punta massima del coefficiente si è avuta nel momento in cui, dinnanzi il gabinetto, l’individuo si stava slacciando la cintura: in quel preciso istante i pressiografi hanno segnato un valore di 8.9.


*Complesso di Benito (conosciuto anche come “Orgoglio benitense”) (pg.144 tomo A “Sulle puttanate che ho scritto” S. Freud). Benito, dopo aver ucciso la madre Giocasta(rea di aver lasciato il gelato fuori dal freezer secondo Freud), il fratello Edipo (sono due le teorie: Freud parlava di gelosia; Wittgeinstein, al contrario, colpevolizzava una partita a Pro Evolution Soccer) e dato quattro sberle al padre Laio (così, tanto per) fuggì da Tebe alla volta di Corinto trattenendo le orine per 14 giorni e 14 notti solo grazie alla forza dell’orgoglio che lo spinse a dimostrare a se stesso di essere un vero uomo e di riuscire a controllare i suoi istinti. Benito fu condannato alla gogna il 15esimo giorno del suo peregrinare accusato di aver aggredito una donna cieca “colpevole” di aver starnutito durante il suo passaggio.
[Sarebbe, secondo Freud, a causa di questo complesso che gli uomini fanno la gara del “chi ce l’ha più lungo” e del “vediamo chi piscia più lontano”]



Tornando alla teoria: cercherò di spiegarmi meglio.
Immaginate di essere a scuola. Sono le 14:25. Le vostre lezioni termineranno alle 14:30. I milletrecento metri che intervallano la vostra scuola dalla vostra abitazione sono percorribili, diciamo, in 12 minuti. Quindi, eccedendo nei calcoli, entro le 14:45 dovreste essere nel vostro bel salottino a scrivere su word una storiella divertente che avete sgravato durante la lezione di Economia Aziendale invece di stare attenti alla “Riclassificazione di Bilancio” tema sul quale, tra l‘altro, verterà l’intero esame.
Alle 14:25 avete un leggerissimo, quasi inesistente, stimolo di orinare, ma la ricerca di un finale divertente per la vostra storia vi terrà occupata la mente e quindi, l’anzidetto stimolo, non busserà al vostro cerebro per molti minuti ancora.
Alle 14:30 siete finalmente liberi e con passo lesto vi state dirigendo verso il minimarket che si trova 4 numeri civici prima di casa vostra. Nessuna ombra di Stimolo che sta ancora cercando di sorgere dalla pesante pila di cazzate che stazionano nel vostro cervello e che lo avevano torchiato.
Alle 14:39 siete l’ultimo delle sei persone che posteggiano, in un’ordinata fila indiana, paralleli alla cassa del supermarket e state attendendo, placido come una vacca indù, che la cassiera dai modi così gentili batta in cassa la vostra miserabile spesa (due birre peroni da 0,66cl e un pacco di patatine “Più gusto”). Lo stimolo, appena entrati nel supermarket, era divenuto percepibile, e ora che ci sono quattro persone in fila prima di voi è divenuto un leggero fastidio tale comunque da farvi pensare durante tutta l’attesa che "Appena arrivo a casa vado in bagno"
14:45 Lo stimolo si è ampliato in maniera considerevole e la gente lo può notare dal modo in cui state “ballando” un tip-tap fuori tempo, dalle smorfie di dolore che ogni tanto dipingono il vostro volto e dal modo non canonico con cui le mani si muovono dentro le vostre tasche, gonfiandole e edificando strane prominenze. La causa è da imputare a quella simpatica vecchina che si trova una posizione dinnanzi a voi e che da sei minuti sta passando in rassegna l’intero contenuto del suo portafoglio formato salvadanaio-suino pur di pagare, con sole monetine di rame, l’intero importo di 12euro e 73centesimo che "Sennò che me ne faccio di tutti questi spiccioletti"
Alle 14:46 è finalmente il vostro turno. Per colpa di Stimolo siete affetti da allucinazioni che vi fanno vedere corpi sulle cui spalle poggiano gabinetti tempestati di diamanti grossi come sassi di Matera, motivo per il quale buttate addosso al cesso con capelli castani seduto di fronte a voi 5 euro gridando "Tenga il resto!" senza rendervi conto che il totale era 5euro e 43centesimi e che quindi, per la legge italiana, siete passibili di reato. Vi dirigete verso l’uscita e non attendete nemmeno che le porte scorrevoli del supermercato siano interamente aperte, sfregiandovi un sopracciglio e pregiudicandovi l’uso dell’occhio destro per sempre. Finalmente siete in strada e, Forrest Gump docet, iniziate a correre e non pensate a niente, non vedete niente, correte per non perire.
Alle 14:47 siete inscuriti dall’ombra del portone del vostro tucul, ringraziate la portinaia perché questo è aperto, entrate scavalcando i 6 gradini che innalzano l’androne dal livello della strada e…maledite la portinaia perché questa ha fiutato il vostro odore da 100 metri e si è posizionata con le braccia dietro la schiena dinnanzi le scale e attende di braccarvi per raccontarvi, per la milionesima volta, la storia di quello stronzo del marito “morto per la causa italiana” durante la campagna d’Egitto e mandate affanculo quel rompicoglioni di Mussolini che se si fosse fatto i cazzi di casa sua e fosse rimasto a Predappio ad insegnare l’abbiccì ai poppanti invece di prender sberle e rimediare umiliazioni in giro per il mondo voi a quest’ora eravate nel vostro bagno a svuotarvi dei liquidi in eccesso fischiettando l’inno d’Italia.
Alle 14:48 dopo esservi liberati dalle grinfie della portinaia con un calcio volante e una craniata sul setto nasale siete riusciti ad aprire il portone blindato grazie all’effetto “morbo di parkinson” e l’avete divelta con una spallata alla Berlusconi. Quello che inizialmente era solo un prurito vescicolare si è trasformato, ora, in una pompa idrofora pronta ad esplodere e ad innaffiare il deserto del Sahara rendendolo una folta e rigogliosa giungla vietnamita con tanto di lemuri e serpenti vari. Scaraventate armi e bagagli e li disperdete per la casa come un novello Pollicino, vi fiondate, sfondando porte, alla volta dell’anelato bagno. Ad occhi chiusi (per lo sforzo) entrate ma sbattete contro la porta chiusa…a chiave…perché la vostra coinquilina ha deciso che quello era il momento adatto per la sua abluzione…

Ero giovane e inesperto

Ringraziamenti

A mio fratello Leonardo e a Nicola per il logo.