venerdì 26 ottobre 2007

Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario lei mi crede pianista in un bordello (cit.). Trova il messaggio subliminale.

E’ divertente vedere come, in moltissime persone, sia impossibile sradicare convinzioni e credenze dogmatiche incastonate nei loro cervelli. Tra queste rientra a pieno diritto la pubblicità subliminale. Ogni volta che si parla di pubblicità(ri) si immagina questi uomini misteriosi e senza pubblica identità chiusi nei loro nascondigli sotterranei, annebbiati dal fumo dei loro sigari che sorseggiano brandy e che mettono a punto nuovi e subliminali metodi per fottere (non letteralmente) la gente.
Che poi, detta così, a confronto i gerarchi nazisti sono bidelli in una scuola salesiana.
Ragazza: “E quindi cos’hai detto che studi?”
Sottoscritto: “Studio relazioni pubbliche e pubblicità”
R.: con la faccia corrugata per lo sdegno “Pubblicità?!”
S.: “Pubblicità?”
R.: “Si, hai detto relazioni pubbliche e pubblicità”
S.: “Ho detto davvero così?”
R.: “Si”
S.: con sorriso nervoso “Ma no!…eheh…volevo dire relazioni pubbliche lalallà”
R.: “Ah bene! Io quei succhiasangue non posso sopportarli, trovano sempre nuovi modi per rubare alla povera gente”
S.: “Davvero?”
R.: “Sisi me l’ha detto mio zio che faceva il portantino in un’agenzia pubblicitaria”
S.: “Wow”
R.: “E che lavoro ti piacerebbe fare?”
S.: “Il pubb…lico a “C’è posta per te””
R.: “…”
S.: “Eh, sembra un lavoro di merda ma secondo me deve dare un sacco di soddisfazioni”
R.: “…”
S.: sudando per il nervosismo “Vuoi qualcosa da bere? Ti va una birra?”
R.: “Si grazie, molto gentile”
[…]
S.: “Ed ecco qui una bella birra ghiacciata”
R.: “Grazie mille”
S.: “Heineken sounds good”
R.: “Che hai detto?”
S.: “Io…ho….ho detto…hmm…ho detto “Hey Nek sona cudd””
R.: “E che significa?”
S.: “Significa “Hey Nek suona quella””
R.: “…”
S.: “No, era così, tanto per dire qualcosa…”
R.: “…”
S.: “Mi lasci il tuo numero?”
R.: “Penso proprio di no…”
S.: “Ma tranquilla ho la tariffa Super Convenience di Tim, pago solo 0,15 cent/min con chiamate gratis nel week-end e nei festivi. Provala anche tu! Soddisfatti o rimborsati per info e costi chiama al…”
R.: “Occhei ciao!”
S.: “…46784!”

giovedì 18 ottobre 2007

-4 alla scomunica

Il giorno in cui la Chiesa (e Camillo Ruini in particolare) smetteranno di mettere naso e di esprimere pubblicamente il proprio parere su tutto ciò che accade nel mondo, l’universo sarà governato da simpatici ometti alti poco più di venti centimetri, tutti blu con uno particolare cappellino e una calzamaglia bianca. Io non dico che la Chiesa debba farsi gli affaracci suoi (anche se lo penso) però, per lo meno, eviti di interessarsi di cose che non le “competono” (devo ancora capire cosa compete alla Chiesa). Cioè, voglio dire, i Testimoni di Geova si fanno i fatti propri. L’Islam no, però, per fortuna, dice sempre la stessa cosa: “Guerra Santa” e quindi dopo un po’ non ci fai più caso. La Chiesa, al contrario, è sempre sul fronte nel dire al mondo cos’è giusto e cosa non lo è.

Il Papa contro il lavoro precario: “Mina le basi della società”

Giornata mondiale per la prevenzione dell’AIDS. Bagnasco: “Non usate il preservativo”

Il governo rischia la caduta, interviene la Chiesa: “Nel diretto impegno politico i laici sono
chiamati ad agire secondo i dettami del Magistero della Chiesa”

Torna d’attualità l’eutanasia in seguito al caso di Eluana Englaro. Indovinate un po’ chi ha parlato anche questa volta? Bravi! Ma come avete fatto?

Il Milan vince a Torino. Ruini: “ Quello non era rigore!”

martedì 16 ottobre 2007

Noi, gente conosciuta in tutto il mondo

- Hi, what’s up?
- I’m fine thanks, what about you?
- I’m fine too
- Good…
- So, where you come from?
- I come from italy
- Oh Italy! It’s so nice there!
- Yeah you’re right
- And which city of Italy you come from?
- Hmm…south Italy
- Oh, terrone! ahahahah

C'è da essere fieri di questo...

mercoledì 10 ottobre 2007

London Calling

- Vado a Londra
- A Londra?
- A Londra
- A Londra?!
- Si, a Londra! Sai: tè, nebbia, Big Ben, cibo di merda, tempo peggio…Mary scassapalle Poppins…Londra! (cit.)
Se non si fosse capito, Venerdì parto per Londra.
Ciao.

mercoledì 3 ottobre 2007

Mamma ho fame

A qualcuno questa storia dovrebbe ricordare qualcosa...

E’ mattina, sono alla fermata dell’autobus, aspetto da 18 minuti un mezzo che sarebbe dovuto arrivare 17 minuti prima. Finalmente arriva. Salgo su quel mezzo pubblico che è il filobus 90: baricentro dell’opinione pubblica meneghina, dei migliori scippatori del mondo, che proprio sulla 90 si sfidano nel torneo mondiale di “scippo di portafogli delle vecchiette” e di pazzi scatenati, per recarmi a scuola. Trovo un posto e celermente mi siedo, fregandomene del bon ton che vorrebbe che noi uomini lasciassimo il posto a, rispettivamente: una persona anziana, una donna incinta, una donna con figlio piccolo, una donna, un controllore, un cane, un barbone, un cinghiale, un canguro boxer, un atomo di azoto, una zanzara. Davanti a me una donna con un bambino di 4 anni seduto sulle ginocchia. Come per un rifornimento di F1, dopo 6.7 secondi il bambino smette di stare in silenzio
Bambino: “Mamma ho fame”
Madre: “Siamo quasi arrivati, prima di andare all’asilo andiamo in un bar e ti compro un cornetto, lo vuoi il cornetto?”
B.: “No! Ho fame adesso!”
M.: “ E tu perché non hai fatto colazione a casa?!”
B.: “Perché ho fame adesso!prima no! HO FAME! HO FAME! HO FAME! HO FAME!”
M.: con la faccia di chi ringrazia Dio di non avere sotto mano un coltello “Fra due fermate scendiamo”
E io mi giuro che non mi perderò quella scena per nulla al mondo. Sono sicurissimo che non appena il bambino metterà piede sulla pensilina la mamma gli tirerà tanti di quelli schiaffi, ma così tanti…tanti!
Per l’eccitazione mi alzò e prenoto la fermata. La mamma e il bambino rompicoglioni, che nel frattempo ha continuato a pronunciare le famigerate parole “HO FAME ADESSO”, si alzano e si avvicinano all’uscita. Ecco ci siamo…Ora scende e lo martoria di botte. Stridio di freni, porte che si aprono, scendo celermente perché la scena la voglio vedere tutta e bene e…delusione. La mamma non picchia il bambino. Decido che non potrà andare a finire così, che se non lo picchia lei lo faccio io. Perché, alle otto di mattina, l’unico rumore che vorresti sentire è quello del piumone che sfrega contro il tuo corpo, e non ci stai a farti scassare da un infante che pronuncia a mala pena “mamma”. Seguo la coppia madre-figlio che entrano in un bar. Entro anch’io. Il bambino come potete ben immaginare non ha smesso di dire che ha fame. Entrano, entro... entriamo nel bar.
Barista: “Buongiorno”
Mamma: “Buongiorno”
Bimbo: "Bonbuonno"
S.: "Eh! Facile dire Buongiorno”
Ba.: “Mi dica signora, cosa le servo?”
M.: “Dai Piero” rivolta al figlio “cosa vuoi?”
Bi.: “HO FAME!”
M.: “Dai, a mamma, di' al signore quello che vuoi”
Bi.: “…Le chewing-gum!”
E io lì non resisto, inizio a sghignazzare sfregandomi le mani perché ora la mamma dovrà per forza crocifiggerlo e frustarlo come da tradizione. Seconda delusione... la mamma paga le chewing-gum ed esce strattonando il figlio.
Ba.: “Ciao, dimmi cosa ti…”
S.: “Shh, scusa un attimo…”
E porgo l'orecchio verso la porta perchè da lì provengono i gemiti di un bambino che piange, sta piangendo e che continua a piangere...
S.: “Un negroni per brindare a questa magnifica giornata!”

Ero giovane e inesperto

Ringraziamenti

A mio fratello Leonardo e a Nicola per il logo.