sabato 14 luglio 2007

Siamo chiusi dal "15 Luglio" al " Non lo so ancora"

Blog: “Capo, ho bisogno di una vacanza”
Sottoscritto: “Una vacanza?”
B.: “Si, sono stanco e stressato”
S.: “E quanti giorni di vacanza vuoi?”
B.: “Non lo so”
S.: “Dieci giorni ti bastano?”
B.: “Dieci giorni?!”
S.: “Son pochi?”
B.: “Io pensavo a due mesi…”
S.: “Due mesi di vacanze?!”
B.: “Capo, ho lavorato troppo!”
S.: “Si, hai ragione, ma due mesi sono tanti!”
B.: “Capo, ho portato sulle spalle chili e chili di minchiate che hai scritto…”
S.: “Vada per i due mesi! Anzi, ti dico, stacci fin quando vuoi in vacanza”
B.: “Grazie capo”

Il blog va in vacanza, andateci anche voi: Trebisacce, un luogo da amare, un luogo da scoprire. Per informazioni su costi e servizi andate sul sito www.maquant’èbellatrebisacce.info.it/tuttiamanotrebisacce.html
E ricordate: se avete mangiato dovete aspettare almemo due ore prima di fare il bagno.

giovedì 5 luglio 2007

Dialogo tra Auguste Comte (padre del positivismo) e Arthur Schopenhauer.

Arthur Schopenhauer è seduto su una panchina di Hyde Park a Londra. E' sconsolato e si copre la faccia tra le mani. Di lì passa, fischiettando, Auguste Comte.
A.C.: “Tralalà tralalà ma quant’è bella sta vita qua!…Hey ma tu sei Arthur Schopenhauer, ti ho riconosciuto”
A.S.: con voce flebile e sconsolata “Si sono io…” e poi sbuffa tristemente
A.C.: “Ma…ma perché sei così triste? La vita è così bella, poi in questo periodo di estremo progresso scientifico, la scienza che domina su tutto, è tutto così bello!”
A.S.: “Si “bello“…è tutto così triste. Siamo condannati ad una tristezza eterna noi! Ci esaltiamo per così poco. Vediamo un treno a vapore “Uh un treno a vapore!” e siamo tutti contenti, però poi quel treno si schianta e torniamo tristi. E’ questa la nostra condizione perenne, quella di essere tristi!”
A.C.: “Ma no! Non essere così pessimista…”
A.S.: “Eh…pessimista…”
A.C.: “Con la tecnologia che fa passi da gigante possiamo risolvere tutti i nostri problemi, possiamo trovare soluzioni a ciò che ci causa malessere ed essere così tutti più felici!”
A.S.: “Eh…tecnologia…eh…malessere…eh felici…”
A.C.: “Eh dai però, Arthur, sei un filosofo tu, cerca di argomentarle ‘ste risposte non puoi limitarti a ripetere in tono sconsolato quello che dico io”
A.S.: “A che pro instaurare una conversazione con te. Non arriveremo da nessuna parte. Le conversazioni sono da evitare. Quando si ha uno scambio di idee divergenti tutti e due vogliono per forza aver ragione e quindi alla fine si ammazzano di botte”
A.C.: “Ma no! Non è così. Con un dialogo pacifico si troverà una soluzione o un’opinione comune ed entrambi potranno crescere intellettualmente e spiritualmente. E così che si forma il progresso”
A.S.: “Macchè…la vita è come un pendolo che oscilla incessantemente tra noia e dolore…”
A.C.: “E insisti con sta noia e sto dolore!”
A.S.: “…e io un giorno mi impiccherò con la corda di quel pendolo, non ce la faccio più a sopportare questi dolori…”
A.C.: “…”
A.S.: “…scusa ma non ho capito chi sei tu”
A.C.: “Io sono Auguste Comte, colui che è chiamato “il padre del positivismo””
A.S.: svegliandosi come da un coma “Ma sei francese tu?!”
A.C.: con tono di superiorità (quel tono che caratterizza i francesi…state ancora soffrendo per il mondiale eh?!)“Certo che sono francese”
A.S.: “Ecco ci mancava solo questo!”
A.C.: “Perché cosa hai contro l’illuminatissimo popolo francese?!”
A.S.: “Come dire…aspetta che sto cercando le parole…ah ecco: Mi state profondamente sul cazzo!”
A.C.: “Ma…ma…come?!”
A.S.: “Vi esaltate per la vostra lingua “illuminata” ma non capite che è solo un insieme di cacofoniche sillabe al contrario della lingua italiana, quella si che è…”
A.C.: “Stai dicendo che l’italiano è meglio del francese?!”
A.S.: “Certo che si!”
A.C.: “…”
A.S.: “Ma non siete così inutili…le altri parti del mondo hanno le scimmie invece noi europei abbiamo voi francesi. La cosa si compensa. Avete una qualche utilità…”
A.C.: tirando fuori dalla tasca del pantalone il suo orologio da taschino e porgendolo ad A. Schopenhauer “Ecco, questo ha una corda abbastanza lunga e resistente”

lunedì 2 luglio 2007

Piccole controversie quotidiane

“Dovrete parlarne ancora per molto?!” mi chiedevo nervosamente, non so per quanto tempo ancora avrei sopportato quelle lagne, quei lamenti: erano così fastidiosi. E come se non bastasse, nonostante mi stessi facendo i cazzi miei, non ero esente dalle loro critiche. “Ma perché devono criticare anche me? Che diavolo gli ho fatto io” e infatti non gli avevo fatto niente, ma rompere le palle agli altri forse era uno dei loro più grandi divertimenti. Mi stavano criticando anche riguardo la canzone che stavo ascoltando: quando si suol dire non avere un cazzo da fare. “Menefreghismo. Menefreghismo. Menefreghismo” Questa era la soluzione. “Non rispondere, non gli dare corda. Ignorali”. Ma ancora per poco ci sarei riuscito, ne ero certo. La mia sopportazione aveva un tetto che stava per essere sfondato: come uno shuttle che stava forzando la copertura di un hangar. “Fuma, fatti un sorso di birra e passa tutto”. Non l’avessi mai fatto, avevo dato un appiglio a cui attaccare le loro critiche: quella birra doveva essere equamente e “marxianamente” divisa. “Butta la birra a terra, spargila sul pavimento. Cerca la rissa, cerca la rissa!”. Non lo feci. “Sguardo dritto sul monitor, non girare la testa. Parlagli ma non lo guardare. Strafottente, così ti voglio!”.
“Eh, sta continuando! Ma basta, BASTA!”.
“Alzati e vai in camera, poni fine a tutto”.
“Ha ancora il coraggio di parlare, sta ancora parlando!”.
“Torna di là. Colpo secco, anzi, due colpi secchi”
[…]
“No cazzo! Tutto il muro macchiato di sangue! E guarda com’è combinato il divano! Quei pezzettini di carne a terra saranno i polmoni?”

Ero giovane e inesperto

Ringraziamenti

A mio fratello Leonardo e a Nicola per il logo.