martedì 26 giugno 2007

Soddisfazioni della vita

Intervistatore: “Signor testadipomodoro come si sente ad aver raggiunto questo magnifico traguardo?”
Sottoscritto: in lacrime (tipo Rocky dopo che ha combattuto con Ivan Drago..."se io posso cambiare tutto il mondo può cambiare...Adriana!") “Sa il giorno in cui è iniziata quest’avventura mai e poi mai avrei pensato che sarei arrivato così lontano e ora che ci sono giunto non posso quasi crederci”
I: “Vuole ringraziare qualcuno?Vuole ringraziare coloro che le hanno permesso di raggiungere quota 100 visite?
S: “Certo, ringrazio tutti: la mia famiglia, i miei amici, Dio e San Pietro, grazie grazie a tutti. Stasera offrirò da bere a tutti coloro che hanno reso questo sogno realtà”
I: “Questo vuol dire che si ubriacherà da solo…”
S: “…che tristezza…”

venerdì 22 giugno 2007

Mail del signor ShinyStat

Caro capitano testadipomodoro volevamo solo farle sapere che cliccare 100 volte al giorno sul pulsante "aggiorna" quando si trova sulla pagina del suo blog con il solo scopo di far salire il contatore delle pagine viste e illudere i (pochi, davvero pochi) visitatori che il suo è un blog frequentato, oltre ad essere un comportamente a dir poco squallido e a violare la netiquette, è da sfigati. Se questo comportamente dovesse persistere saremmo costretti a recidere il contratto.
Distinti Saluti, signor ShinyStat.

Giochino No Sense

Ora facciamo un giochino.
Per cominciare non dovete assolutamente pensare a un elefante rosa che vola…
…avete pensato all’elefante?! Lo sapevo, non si può fare niente con voi. Basta non gioco più!

giovedì 21 giugno 2007

Il libro o la zappa, questo è il problema.

Questo post è ispirato a quello del 20 giugno del blog di Francisco de Catalunya (http://tins1987.spaces.live.com/)

E’ vero, le soddisfazioni scolastiche vanno ben oltre il 9 in qualche interrogazione o il cento all’esame di stato o un 30 e lode agli esami universitari, vanno ben oltre queste cose. Ci è sempre stato detto “dovete studiare per voi stessi”, “il voto non è importante, l’importante è quello che vi resta…” e cose del genere, tutte parole sagge, tutte verità indiscutibili…ma, c’è un ma. La soddisfazione nel prendere un bel voto, anche se non completamente meritato, è di gran lunga maggiore a quella di prendere un voto basso anche se consapevoli di meritare molto di più. L’insoddisfazione, spesso, non è personale: in generale (a me in particolare) quando si ha tra i 15 e i 22 anni fotte poco o niente del 30 o del 100. L’insoddisfazione più grande la senti nella voce dei tuoi genitori quando ti sospirano un “eh però potevi fare meglio” e lì che ti senti una merda, che avresti preferito il 30 “ignorante”. A questo punto io proporrei di eliminare i voti, passare a un secco promosso/bocciato, tanto la meritocrazia non è mai esistita.

Professore: "Allora ragazzi sono 31 domande e avete 30 minuti di tempo. I risultati li troverete su internet fra due giorni. Sono le 9 e 23 alle 9 e 53 massimo bisogna consegnare...ah un'ultima cosa, non vi fate trovare a copiare o a suggerire perchè altrimenti siamo costretti a invalidarvi il compito. In bocca al lupo"
Sottoscritto: rivolto verso un tizio seduto avanti "hey...hey..."
Tizio: "Cosa?"
S.: "Com'è la prima?"
T.: "Aspè non l'ho nemmeno letta..."
se non faccio come ai vecchi tempi da qui non ne esco più, per fortuna che mi sono preparato i bigliettini...dai ora non mi vede nessuno...ora!
P.: "Hey tu! che stai facendo?!"
S.: "Chi, io?!"
P.: "Si tu!"
S.: "Niente..."
P.: "Se ti becco un'altra volta sei fuori!"
dai ora non mi guarda...no, non è in questa pagina...ecco è questo...
P.: "Basta! vai fuori! torna a settembre, non siamo mica qui a farci prendere in giro!"
S.: "Ma non ho fatto niente!"
P.: "FUORI!"

Tu…tu…tu…
Madre: “Pronto?”
Sottoscritto: “Ciao, sono Alessandro”
M.: “Ciao, allora, l’hai fatto l’esame?”
S.: “Si…”
M.: “Non ti sento molto convinto”
S.: “Eh infatti…”
M: “E’ andato male?”
S.: “Diciamo che non è andato bene”
M: “…”
S.: “Mi hanno dato 23”
M.: “E l’hai accettato?”
S.: “Si”
M: “…”
S.: “…il fatto è che io mi sentivo preparato…”
M.: “Risparmia le scuse!”
S.: “…”
M.: “Oh capito, la soluzione è solo una”
S.: “No mamma ti prego, niente soluzioni avventate”
M.: “Mi spiace ma lo devo fare: chiamo subito Giovanni”
S.: “No ti prego mamma, Giovanni no! Ti giuro che mi impegnerò, al prossimo esame prendo 30 te lo giuro”
M.: “Troppo tardi, chiamo Giovanni!”
S.: “…”
M.: “Lui ha molti ettari di terra, un posto come bracciante agricolo te lo troverà”
S.: “…”
M.: “Ah dimenticavo, oggi stacco il rubinetto”
S.: “Il rubinetto?!”
M.: “Si, non avrai più una lira da noi!”
S.: “Tutto questo per un 23?!”
M.: “Lo dobbiamo fare figliolo, non abbiamo altra scelta”
S.: “…”
M.: “…”
S.: “Mamma…”
M.: “Dimmi…”
S.: “Non ho preso 23"
M.: “Non hai preso 23?!”
S.: “No”
M.: “Quanto hai preso allora?”
S.: “…”
M.: “Quanto?!”
S.: “Mi hanno annullato il compito perchè stavo copiando…”
M.: "..."
S.: "..."
M.: “Ragazzino io non la conosco! Non mi importuni più altrimenti dovrò chiamare i carabinieri e denunciarla!”

venerdì 15 giugno 2007

Dialogo Costretto

“Che tempo di merda! Che tempo di merda!” era da circa un’ora che ripetevo questa frase. Quando fa caldo per me è un tempo di merda. Soffro troppo il caldo, io. Basta che il termometro superi i 10 gradi centigradi e comincio a sudare. Per me il bel tempo è quando nevica o quando fa freddo. O anche quando piove del tipo che suonano al citofono chiedi “chi è?” e quello risponde “Sono Noè, dai scendi veloce che dobbiamo passare a prendere ancora la gazzella” ecco, quello per me è bel tempo. Comunque, senza divagare troppo, ero a poltrire in poltrona a maledire il caldo quando squillò il telefono. La telefonata durò all’incirca venti secondi, in quel lasso di tempo mi era stato detto di presentarmi in via Bergognone perché una “certa persona” voleva incontrarmi per propormi “qualcosa che non avrei potuto rifiutare” . Nel giro di dieci minuti arrivo a destinazione, suono al citofono e a rispondermi e la stessa voce di quello che mi aveva chiamato, mi dice di salire al quarto piano e di farlo in fretta. La porta è già aperta. Prendo iniziativa ed entro, a venirmi in contro è il corpo della voce che mi aveva chiamato e che mi aveva risposto al citofono. Mi fa accomodare in una sorta di sala d’aspetto con poltrone in pelle e un tavolo in radica al centro, poi sparisce per un minuto, quando ritorna mi indica con soli cenni di seguirlo. Usciamo dalla sala d’aspetto e ci immettiamo in un lungo corridoio al termine del quale c’è una porta socchiusa, lì dentro c’è l’uomo che mi vuole incontrare. Il tizio apre la porta, si sposta leggermente al lato e mi invita ad entrare.
Davanti a me c’è una persona seduta su quello che ha tutte le sembianze di un trono, è molto elegante e sta accarezzando veementemente un gatto.
Tizio2: “Gazzie pi essere avvenuto”
Sottoscritto: “EH?!”
Tizio: “Ti ringrazia per essere venuto”
Sottoscritto: “Ah! si figuri, sa ero molto curioso e l’ipotesi che potesse essere una trappola e che voi due mi voleste accoppare o stuprare mi è venuta solo ora”
Tizio2: ridendo sguaiatamente “Accoppare?! Ma comme minchia palla u wadjuninnu acchì?! Nun ti vulimma accupara, thranquillo”
Sottoscritto: “EH?!”
Tizio: “Ha detto che stai sparando una marea di minchiate e che qui nessuno accoppa nessuno”
Sottoscritto: “Ora sono leggermente sollevato. Quindi posso sapere il perché sono qui?”
Tizio2: “Abbiamo bisognu full tuu adjuto. Ti stugnu pi fare un ofetta ch’un puoia arrifiutatatare”
Sottoscritto: scandendo il labiale e battendo l‘indice sul labbro inferiore“N-o-n- c-a-p-i-s-c-o- u-n-a- c-i-p-p-a- d-i- m-i-n-c-h-i-a” poi rivolto verso il Tizio1 “Non ce la faccio, non capisco, non capisco! Ma tu come fai?!”
Tizio2: “Uagliunill mi stessi pidjandu pullu culo?!”
Sottoscritto: inginocchiandomi in lacrime verso il tizio “…”
Tizio: “Chiede se lo stai prendendo in giro”
Sottoscritto: “No, e che non lo capisco davvero, non so che cazzo dice. Non so che cazzo ha in bocca, non riesce a dire una parola…e poi sputa mentre parla”
Tizio2: “Adju capitu, mi stai pidjando pullu culu. Tu stai pifjandu pelli fondelli U PATHRINO!”
Sottoscritto: “CHI?!”
Tizio: “IL PADRINO”
Non appena sento quelle parole mi butto a terra piangendo per il troppo ridere, mi rotolo tra i tappeti persiani e rido, rido, ri…BANG!. Qualcosa mi fa ritornare serio, forse il colpo di pistola sparato dall’uomo sul trono.
Tizio2: “Ora m’hai cacato il cazzo…”
Sottoscritto: “riesco a capirlo…!”
Il “padrino” ritira fuori la pistola
Sottoscritto: “Sono serio, scusi, scusi!”
Tizio2: “Abbiamo saputo che scrivi su un blog, è giusto?”
Sottoscritto: con voce tremante “Si è giusto”
Tizio2: “Abbiamo saputo che scrivi di dialoghi con persone famose, è giusto?”
Faccio cenno di si
Tizio2: “E abbiamo anche saputo che hai scritto un dialogo con Francisco de Catalunya, è giusto?”
Sottoscritto: “S…s…si”
Tizio2: “E io ti sembro meno importate di Francisco de Catalunya?! Perché minchia non hai scritto un dialogo con me?! PERCHE?”
Sottoscritto: “E..No..non so…forse perché…non…non mi era venuto in mente…”
Tizio2: “Bene ora ti è venuto in mente, ti do tempo fino a stasera…devi scrivere un dialogo in cui compaio io”
Sottoscritto: “…si, vado a farlo subito…”

martedì 12 giugno 2007

Dislessia

Amico: "Lo sai che seconodo un pfrosseore dlel'Unviesrità di Cmabrdige, non imorpta in che oridne apapaino le letetre in una paolra, l'uinca csoa imnorptate è che la pimra e la ulimta letetra sinao nel ptoso gituso. Il riustlato può serbmare mloto conofsuo e noonstatne ttuto si può legerge sezna mloti prleobmi. Qesuto si dvee al ftato che la mtene uanma non lgege ongi ltetera una ad una, ma la paolra nel suo isineme. Cuorsio, no?
Sottoscritto: "Ma io e te stiamo parlando a voce..."
Amico: "E allora?"
Sottoscritto: "E allora non capisco un cazzo di quello che stai dicendo"
Amico: "..."
Sottoscritto: "Ci beviamo su qualcosa?"
Amico: "Va bnee"
Sottoscritto: "Però smettila di fare così"
Amico: "Occhei scusa"

sabato 9 giugno 2007

Senatori, se non ci fossero loro...

Presidente Marini: “Allora, cari senatori, oggi dovremmo vagliare una pro…”
Buttiglione: “Mi scusi, signor presidente vorrei prendere la parola”
Marini: “Cosa c’è Buttiglione?”
Buttiglione: “Vorrei prendere la parola per portare alla coscienza di tutti senatori un fatto al quanto importante che, con mio sommo dispiacere, non è stato preso minimamente in considerazione, nonostante la sua indubbia importanza”
Marini: “Allora non posso che lasciarle la parola visto che è così importante”
Buttiglione: “La ringrazio signor presidente” poi rivolgendosi a tutti i senatori con tono oratorio “Cari amici senatori, non posso tollerare, non posso tollerare che nella buvette del senato non siano disponibili i gelati!”
Marini: sbigottito “Caro Buttiglione, questo sarebbe il grosso problema?!”
Buttiglione: “Certo! Marini, VOGLIAMO I GELATI!”
Tutti i senatori, di destra, di sinistra, quelli a vita, i mafiosi, tutti, si alzano in piedi e applaudono veemente lui, il grande, magnifico: Rocco Buttiglione!
Marini: cercando di riportare la calma, mentre Palazzo Madama rimbomba di cori inneggianti al gelato “Senatori, senatori, per favore! Dignità, Per favore!…”
Buttiglione: inarcando verso il basso le labbra e sbattendo i piedi “…il gelato…uffa! Vogliamo il gelato uffa!”
Marini: “Oh mio Dio dove sono finito! E un asilo questo, non è il senato!”
Buttiglione: “O ci comprate il gelato o non facciamo i compiti!”
Marini: “Che mi tocca sentire!”
E oramai Palazzo Madama è una bolgia: chi piange a destra, chi piange a sinistra. C’è chi sbatte i piedi, chi si rotola a terra.
Marini: “VA BENE, VA BENE” poi tira fuori dalla tasca il suo libretto degli assegni, ne stacca un foglietto e lo firma “Ecco Buttiglione vieni a prenderti l’assegno. Oggi ve li pago io i gelati”
Buttiglione: “Yuppie! Yuppie! Andiamo a mangiare il gelato! Dai amici, andiamo a mangiare il gelato!”
Ed escono tutti correndo come fanno i bambini alla fine delle lezioni.

Vorrei tanto che questa fosse una battuta, ma purtroppo non è così. Buttiglione ha richiesto “quanto prima i gelati al parlamento”…E poi dicono che l’Italia va a puttane (o a transessuali).

http://notizie.alice.it/home/buttiglionevogliamo_i_gelati_al_senato.html?pmk=hpstr2_3

mercoledì 6 giugno 2007

Gli anni '20 non vanno più di moda

Amico: “comunque bella la tappezzeria del blog”
Sottoscritto: “Tappezzeria?”
Amico: “Si, com’è che si chiama? Quella carta da parati che c‘è sullo sfondo”
Sottoscritto: “Non ti piace?”
Amico: “…”
Sottoscritto: “Dici che la devo cambiare?”
Amico: “Nono…se ti piace il revival anni ‘20 tienila…”
Sottoscritto: “Quindi la cambio”
Amico: “Ora che ci penso le pareti di casa di mia nonna erano così”
Sottoscritto: “Dai ho capito…consigliami, cosa devo mettere?”
Amico: “Ma non so, una cosa semplice”
Sottoscritto: “ Tipo?”
Amico: “Un drago verde con le fiamme che escono dalla bocca mentre sbrana un agnellino indifeso, tutto su fondo rosso”
Sottoscritto: “…hm, il rosso non mi convince. Altro consiglio?”
Amico: “Sfondo bianco semplice”
Sottoscritto: “E bianco sia”

domenica 3 giugno 2007

De Veritate Religionis Christianae

Dialogo tra il sottoscritto e Franco Q. aka Francisco de Catalunya.

FrancoQ.: “E il bue dice all’asino…”
Sottoscritto: “Che gli dice all‘asino?”
F.Q.: “Che è cornuto! Che gli deve dire?! Mica può dire "stasera lo riscaldo io il Bambinello e domani lo riscaldi tu". Aspetta, se il bue e l’asinello erano presenti già alle doglie di Maria significa che stavano insieme già dall’anno -1”
S.: “Il pastorello invece sarà del -8/-9”
F.Q.: “Poi mi chiedo io, i pastori una volta arrivati là e visto il Bambinello cosa fecero?Se conosco bene le tradizioni contadine, e io le conosco bene…”
S.: “Niente, so stati la fino alla befana e poi se ne sono andati”
F.Q.: “Secondo me si sono messi ad arrostire capretti, porcellini e cose varie e uscì un bordello assurdo”
S.: “…una volta che è nato Gesù hanno arrostito pure il bue e l’asino, ormai non sapevano più che farsene. Infatti Gesù appena nato pesava 4,6kg dieci giorni dopo pesava 12kg”
F.Q.: ”poi c’era Melchiorre che faceva girare i tocchi di mirra, la stella cometa tipo palla da discoteca”
S.: “E l’incenso?vogliamo parlare dell’incenso?!”
F.Q.: “L’incenso serviva per il dopo-festa, per far togliere la puzza di fumo che sennò il padrone della grotta s’incazzava…a proposito, grotta o capanna?”
S.: “Visto che si usa il muschio, grotta”
F.Q.: “Effettivamente la capanna poteva incendiarsi”
S.: “Poi a capodanno che festacchiona che hanno fatto!”
F.Q.: “Una festa della Madonna!. A me ha sempre fatto tenerezza Giuseppe, non se lo fila nessuno!”
S.: “Si infatti, poveraccio. E’ servito fino ai dieci anni di Gesù, poi quando ne ha compiuti undici non è servito più a nessuno…cioè ci ricordiamo di Lazzaro e ci dimentichiamo di Giuseppe?!”
F.Q.: “Infatti! Perché Maria andò sotto la croce e lui no?!”
S.: “Stava lavorando. Stavo costruendo le croci. Dovremmo chiedere a qualcuno che fine ha fatto Giuseppe”
F.Q.: “Lo potremmo chiedere a Ratzi, sul sito del vaticano c’è la casella mail di Ratzi?”
S.: “Vai a vedere”
F.Q.: “Aspè sto cercando…mi dice che non ho abbastanza fede per procedere. Oh perché non scriviamo un libro: “tutto quello che avreste voluto chiedere a Ratzi…cioè tutto quello…vabbè non lo so, poi vediamo!”
S.: “Oh stai attento che se osi troppo finisci all’inferno”
F.Q.: “Io ho paura che mi mandano “the holy virus”…Elemosineria Apostolica: tel 390669883135 , fax 390669883132...telefona e fai una donazione!”
S.: “Sisi contaci!”
F.Q.: “Ecco ho trovato la mail di Ratzi, ora provo ad aggiungerlo su messanger…”
S.: “Vai…”
F.Q.: “E’ impostato su “occupato””
S.: “Forse sta a messa”
F.Q.: “Avrà da fare”
S.: “Secondo me usa messanger per fare le confessioni”
F.Q.: “mh, fantastico! Ti fai una lista di peccati che fai spesso, copia e incolla, e vai! Io ad esempio quest’ultimo mese posso tralasciare l’ingordigia e la lussuria, però sono aumentato nelle bestemmie. Possiamo diventare consulenti vaticani!”
S.: “Ma l’elemosina che lasciano i fedeli sono esentasse?”
F.Q.: “E’ ovvio, mica il vaticano si mette le tasse sulle sue entrate! Ma il vaticano è un paradiso…fiscale?”
S.: “…”
F.Q.: “Questa era pessima!”

Ero giovane e inesperto

Ringraziamenti

A mio fratello Leonardo e a Nicola per il logo.