lunedì 28 maggio 2007

Attenti alla mela

Ma io mi chiedo: se tutto fosse andato secondo i piani, se Eva non avesse mangiato la mela, come sarebbe andata? Nel senso: noi discendiamo da Adamo ed Eva giusto? Loro sono i “fondatori” della stirpe umana no? Questo vuol dire che in principio c’erano solo Adamo ed Eva e i due figli Caino ed Abele, giusto?. E allora mi spiegate come diavolo hanno fatto? Nel senso: se c’erano solo Adamo, Eva, Caino e Abele, c’è qualcosa che non quadra. Nel senso: Caino e Abele come hanno fatto a riprodursi, tenendo conto del fatto che Abele è anche morto. Questo vuol dire che non c’erano solo Adamo ed Eva e Caino e Abele, giusto? Ma se così fosse loro non sono i fondatori della stirpe umana. (Forse dovevo stare attento durante le ore di religione invece di giocare a black jack con i miei amici?)

In principio era l’eden, con i suoi campi fioriti e gli alberi di frutta.
Eva, nonostante le raccomandazioni di Dio, sta cogliendo una mela dall’albero.
Sottoscritto: “eheh…nono, non si fa!”
Eva: “Cosa?” allontanando la mano dalla mela “Io non sto facendo niente”
S.: “Ti ho visto, sai. Stavi prendendo la mela. Che ha detto Dio? Niente mele!”
Eva: “No, non è vero!”
S.: “Eva, lo sai che non si dicono le bugie…”
Eva: scoppiando in lacrime “Non l’ho fatto apposta, è più forte di me, voglio mangiare quella bellissima e succulenta mela”
S.: “Lo sai che significherebbe questo? Dio vi caccerebbe dall’Eden, Caino assassinerebbe Abele, la stirpe umana sarebbe condannata al peccato eterno, le guerre prolifererebbero, ci ammazzeremmo per il petrolio, per il denaro, le malattie ci sterminerebbero, un sacco di bambini morirebbero pur non avendo nessuna colpa, tutto questo per una mela, ne vale la pena?”
Eva: “NO! Dio non voglia”
S.: “E allora…VIA DA QUELLA MELA!”
Eva: “Si hai ragione. Stavo per combinare un bel guaio eh?”
S.: “Per fortuna che ci sono io”
Eva: “Grazie, grazie tante. Ora grazie a te potremo vivere per sempre nella beatitudine eterna e nella fratellanza e saremo tutti felici”
S.: “Non mi ringraziare, è il mio lavoro. Vai Eva, vai a dar vita alla stirpe umana”
Eva: “Grazie, grazie ancora”. Stava quasi per allontanarsi quando tornò verso me.
Eva: "Sai che penso? Penso che mi vuoi ingannare, che mi hai detto tutte quelle cose solo perchè la mela te la vuoi mangiare tu!"
S.: "Eva, ma sei scema?"
Eva: "Come fa il nostro Dio, così buono, a tessermi una trappola così ingannevole e, soprattutto, a essere così vendicativo? La mela la vuoi mangiare tu!"
S.: "Allora va bene, mangia la mela, però prima facciamo una scommessa..."
Ci stringemmo la mano per convalidare la scommessa e Eva mangiò la mela.
Il finale lo sapete già.
Quello che non sapete è quali furono i termini della scommessa.
Vi do un piccolo indizio.
...Se in principio erano solo Adamo, Eva, Caino e Abele come hanno fatto a dar vita alla stirpe umana?
Nono, non ringraziatemi...

giovedì 24 maggio 2007

The clapping monkeys of the arctic world

Ho capito che farò da grande (no, non l’attore porno): aprirò un allevamento di scimmie plaudenti. Presente le scimmiette di peluche con i piatti stile “banda-di-paese-che-suona-alla-sagra-della polpetta-affumicata” e il cappellino rosso?. Ecco idem solo con delle piccole differenze:no piatti, no cappello.
La domanda sorge spontanea: “Cosa cazzo te ne fai di un esercito di scimmie che applaudono?”
Presto detto.
Immaginate un politico. Immaginate questo politico che è prima di tutto un imprenditore. Immaginate questo politico-imprenditore che un giorno non ha capelli e il giorno dopo ce li ha. Ecco.
Io affitterò a questo politico le scimmiette. Questi quadrumani antropomorfi verranno utilizzati dal politico che chiamerò Silvio (così…tanto per, è il primo nome che mi è venuto in mente) durante i comizi, fondamentalmente per un motivo.
Immaginate che quest’uomo (aspè com’è che l’avevo chiamato…ah giusto Silvio) immaginate che a questo Silvio spesso e volentieri gli scappa di dire delle stronzate. Ecco, qui intervengono le scimmiette. Quando parte la stronzata, tramite un segnale che devo ancora decidere (pensavo a una randellata sul cranio oppure una scarica di 380 volt) le scimmie applaudono. Dato che il volgo, e ancor di più la pletora caratteristica dei comizi, si fa coinvolgere velocemente et facilmente anche loro applaudiranno seguendo il buon esempio delle scimmie. E a questo Silvio allora gli sembrerà di non aver detto una stronzata così grossa.

Piccolo incipit sugli applausi.
Se siete ad un concerto buona norma vuole che l’applauso vada fatto alla fine perché se devo pagare 30€ per sentirmi le canzoni male, tanto valeva che portavo uno stereo su una pista d’atterraggio di aerei e me l’ascoltavo lì le canzoni. Ora, però, nessuno rispetta questa piccolissima forma d’educazione.
Possiamo distinguere tre tipologie di “applauditori”:
Primo) “Quello che applaude per primo”: lo fa per far notare a tutti che solo ascoltando la prima nota lui aveva già intuito la canzone. (il fatto che abbia ripetuto così tante volte “pr” avrà qualche significato particolare?)
Secondo) “Quello che applaude durante un assolo”: di solito è un musicista e applaude solo per far capire agli altri che l’assolo che il chitarrista/bassista/batterista sta facendo è molto difficile, e che lui l’ha capito ed è per questo che applaude.
Terzo) questo punto riguarda “l’accompagnamento musicale con battito di mani”. Può capitare, soprattutto in concerti con sole chitarre acustiche che il chitarrista chieda il supporto del pubblico facendogli battere le mani a tempo. Ora, ci sarà sempre almeno uno che non farà il classico “clap-clap-clap”, ma un bel “clap-tu-clap-tu-clap” (un po’ d’immaginazione ragà…) cioè un bellissimo ritmo sincopato che rincoglionisce il chitarrista.

Al di là di tutte ‘ste stronzate il motivo per cui voglio creare l’allevamento di scimmie è uno solo: mi piace il nome clapping monkeys. Quando avrò un gruppo musicale ci chiameremo “The Clapping Monkeys” (capito Frank). Oppure ci potremmo chiamare “The Chesterfield Lights da 20” o anche “The theme of them” o anche “The freddo”…
Se ci hai messo più di tre secondi per capirla segui queste semplici istruzioni:
1)Esci immediatamente dal mio blog cliccando in alto a destra sulla crocetta rossa.
2)Apri una nuova pagina di Internet Explorer
3)Digita http://www.google.it/
4)Sul motore di ricerca di google scrivi “Simpatici modi per porre fine alla propria vita”
5)Cerca quello che più ti aggrada
6)Applicalo il prima possibile.
Se invece ancora non l’hai capita, occhei. Tranquillo, non è successo niente, però io ti consiglierei vivamente di spegnere il prima possibile il computer e riflettere profondamente sull’utilità della tua vita.
E con questo ho finito, grazie.
CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP...clap-tu-clap-tu-clap...

martedì 22 maggio 2007

Al bar con Freud

Milano a Febbraio è freddissima. Non c’è sole o altra fonte artificiale di calore che possano riscaldarti e quindi l’unica soluzione che hai quando sei a 300km da casa tua e ai piedi ti stanno venendo i geloni e il tuo naso è rosso e ogni tanto i bambini ti fermano e ti chiedono di farli ridere perché ti hanno scambiato per un clown, ecco in questi casi l’unica soluzione che hai è quella di entrare in un bar sederti e ordinare un caffè. E così che ho fatto io il 14 Febbraio. Passo davanti un bar che sembra essere un bar di Parigi di inizio ‘900. Entro e mi vado a sedere. Do un occhiata alla carta, passo veloce la sezione “primi piatti”, giro pagina: “cocktail”; poi leggo “Caffè”, prima riga…no, seconda riga…no, terz…Irish Coffee, perfetto!. Alzo lo sguardo, cerco con gli occhi la cameriera faccio un piccolo cenno con la mano e nel giro di due secondi e davanti a me che chiede con aria gentile: “Pronto per ordinare?”
Sottoscritto: “si, prendo un Irish Coffee, grazie”
Cameriera: “Subito”
Mentre aspetto che la cameriera torni con la mia bevanda do un occhiata in giro, mi piace scrutare la gente seduta ai tavoli dei locali: di fronte a me una coppia, 25 anni al massimo lei, 19/20 lui. Ridono, sorseggiano un caffè, lui dovrà essere molto divertente, oppure è un fesso di prima categoria e la ragazza/fidanzata/sorella/moglie/nutrice/nonna lo sta prendendo in giro. Alla mia sinistra il bancone, con la ragazza di prima che sta preparando qualcosa (spero il mio caffè) mi appoggio con le spalle al vetro e con la faccia rivolta verso il bancone mi giro verso quella che ora è la mia sinistra (…vi faccio il disegnino?) li c’è un signore anzianotto, ipotricotico, occhiali tondissimi dalla montatura scura e doppia, elegante e distino, sta annotando qualcosa su un block-notes dalle pagine giallastre, come se quel quadernino gliel’avesse regalato un uomo vissuto nella metà dell’ottocento. Sto per rigirarmi attirato dalla coppietta che si sta esibendo in uno spettacolino soft-porn, quando una cosa nel vecchietto di prima mi attira: non ha una penna normale ma addirittura un pennino che intinge in un calamaio e allora penso che quell’uomo può essere “doc” di ritorno al futuro, anzi a questo punto penso che Robert Zemeckis è “doc” e che “ritorno al futuro” non è un film ma un documentario e che la delorian esiste davvero!.
Fortunatamente arriva la cameriera con il mio irish.
Appoggio le labbra al bicchiere e mi scappa un “Vaccatroia!” (pronunciato a bassissima voce ma che stranamente tutti hanno udito) perché il bicchiere è bollente. Il vecchietto mi guarda con aria incazzata, borbottando qualcosa. A guardarlo bene quell’uomo somiglia a qualcuno che ho già visto, ma non ricordo chi, forse uno scrittore. Passo in rassegna le possibilità, sento lamentarsi i neuroni che dicono “non ci hai usato per 19 anni, proprio mò dovevi scassare il cazzo” e non hanno tutti i torti. Iniziano a riaffiorare i primi elementi: scuola, primo banco, io che dormo sul banco, prof.ssa di Filosofia, libro di filosofia, pagina 186 del volume 2 tomo b, Sigmund Freud. Bingo! Bravi neuroni non siete completamente inutili. Quell’uomo è ugualissimo a Freud. Mi giro di nuovo e gli grido “hey Sigmund!” e mi metto a ridere come un coglione ma non appena pronuncio quel nome il signore alza repentinamente la testa come se stesse avvenendo una rapina e con occhi sbalorditi mi guarda e chiede “Chi mi ha chiamato?”
Sottoscritto: “Io, signore l’ho chiamata io, ma in realtà voleva essere uno scherzo, non sapevo si chiamasse davvero Sigmund”
Freud: “si, invece mi chiamo Sigmund”
Sottoscritto: “Strane le coincidenze, lei si chiama Sigmund ed è uguale spiccicato al filosofo, Freud…”
Freud: interrompendomi bruscamente “shh, abbassa la voce ragazzino! Che non si sappia in giro!”
Sottoscritto: mi alzo con in mano il bicchiere smezzato e mi vado a sedere di fronte al lestofante “Mi sta prendendo per il culo?le sembrò uno che va in giro nei locali e si diverte a prendere per il culo la gente e ci prende gusto a essere preso per il culo?”
Freud: “questa sua arroganza è un chiaro sintomo di una omosessualità repressa, e comunque si, lei, ragazzino, mi sembra uno che si diverte a prendere in giro la gente”
Sottoscritto: “Scusi, non ho capito bene la questione dell’omosessualità, solo perché insinuo che lei mi stia prendendo in giro lei dice che sono gay?”
Freud: “Fare domande retoriche è uno dei primi sintomi di chi sta sopprimendo la propria omosessualità”
Sottoscritto: “Senti Lucio, posso chiamarti Lucio?”
Freud: “no! È un nome da checca, puoi chiamarmi Asdrubale, senti, senti che nome virile, Asdrubale!…fantastico”
Sottoscritto: “Vabbè Asdrubale, mi spieghi perché per te ogni cosa riconduce o a omosessualità repressa o al complesso di Edipo o alla sessualità?”
Freud: “Tu come ti chiami, ragazzo?”
Sottoscritto: “Alessandro”
Freud: “come immaginavo, nome da checca!”
Sottoscritto: “eccheccazzo!”
Freud: “Dire parolacce è un chiaro sintomo…”
Sottoscritto: “di omosessualità repressa, ho capito”
Freud: “no! È un chiaro sintomo di organi genitali sottosviluppati”
Sottoscritto: “no, anche questo, no! gay e con il cazzo piccolo no!”
Freud: “comunque per tornare alla domanda di prima, tutto conduce alla sessualità perché la prima cosa che vediamo quando nasciamo è l‘org…”
Sottoscritto: “ma se è risaputo che noi non distinguiamo le cose almeno fino al 6/7° mese dalla nascita”
Freud: “E il subconscio dove lo metti? Subconsciamente quell’immagine ci resterà impressa per tutta la vita”
Sottoscritto: “beh, me lo conceda, ma mi sembra davvero una stronzata”
Freud: “hey ragazzino, sei un filosofo tu? Hai scritto libri sulla psicoanalisi, hai inventato la psicoanalisi?non mi sembra! Quindi zitto, ascolta e impara qualcosa invece di contestare con stupide supposizioni”
Sottoscritto: “si ma non si arrabbi, ha detto prima che essere arrogante è sintomo di un’omosessualità repressa”
Freud: “Ma che cazz…”
Sottoscritto: “sottosviluppato!”
Freud: “CAMERIERA IL CONTO!!”

lunedì 21 maggio 2007

Grazie Piè

Una fila lunghissima. Io sono quasi a metà, dal mio posto riesco solo a vedere un cancello aureo e un uomo con capelli e barba canuta che leggendo da un librone abnorme chiama ad alta voce delle persone che velocemente si prostrano alla sua figura, poi l’uomo canuto gli pronuncia qualcosa a bassa voce e li fa entrare. Noto che non ci sono persone di colore, ne magrebini e nemmeno arabi. Finalmente arriva il mio turno:
“A.A.”
Sottoscritto: “Eccomi, arrivo”
“Allora…leggiamo un po’ cosa abbiamo qui…”
Sottoscritto: “Mi scusi, ma non ho capito bene lei chi è”
“Io sono San Pietro, colui che possiede le chiavi del paradiso”
Sottoscritto: “E io che ci faccio qui?”
San Pietro: “Beh figliuolo è facile da comprendere Dio ha deciso che tu puoi entrare nel regno dei cieli e vivere nella beatitudine eterna”
Sottoscritto: ”Come?!…Nono, c’è stato un errore, niente beatitudine eterna per me, per questa volta passo”
San Pietro: “Ma come?! Rifiuti il dono di Dio?”
Sottoscritto: “…scusami, senza offesa, chi è il capo qui?voglio parlare col capo”
San Pietro: “ il capo?? Ma come parli figliuolo qui non c’è nessun capo, c’è solo il nostro Signore Iddio, ma non è “il capo”
Sottoscritto: “occhei aggiudicato, mi faccia parlare col “vostro Signore il Dio”…anzi no, voglio parlare con suo figlio, mi sta più simpatico "il figlio del Signore Il Dio, Il Gesù.”
San Pietro: visibilmente innervosito "Senti, qui non possiamo perdere tempo, stai rallentando la fila e come puoi ben vedere ci sono un sacco di persone e fra un po’ ne arriveranno tantissime altre, ho sentito che esploderà un aereo di preti”
Sottoscritto: ”Wow, notevole…8-25-37-19-87, che dici escono?
San Pietro: “ma…ma…questa è blasfemia pura!”
Sottoscritto: “Dai Pietro, la situazione è abbastanza chiara, io non piaccio a te e tu non piaci a me quindi risolviamo veloce questa faccenda nel modo più ottimale per tutti e due. Inoltre io soffro di agorafobia e questo posto è troppo affollato, c’è troppa gente al di là del cancello. Poi…non mi va di ascoltare per l’eternità gli alleluia degli angeli. Avranno anche una bella voce e sapranno suonare benissimo i loro liuti ma dopo un po’ stanca, non credi?”
San Pietro: “Ragazzo, allora, suggeriscimi qual è la soluzione?Preferisci andare laggiù, tra le anime dei dannati, ad essere punzecchiato da satana e dai suoi?Vuoi questo?”
Sottoscritto: “Beh dipende. Jimi Hendrix, Kurt Cobain, Elvis, loro dove sono, su o giù?”
Un tizio dietro di me si inizia a spazientire
Tizio: “Ragazzo, allora! Ci vogliamo muovere, non siamo mica qui a perdere tempo noi!”
Sottoscritto: “Ma che fretta hai?! Non farai un cazzo per il resto dell‘eternità e mi vieni a dire che hai fretta?!Vabbè San Piè, risolviamola sta questione, non voglio andare né su né giù. Facciamo così, tu ce l’hai uno di quei monitor che ha Dio per controllare tutto quello che fanno i vivi sulla terra?”
San Pietro: “si, ce l’ho di la nel mio ufficio”
Sottoscritto: “Grandioso, allora devi fare una cosa semplice, dove sono cresciuto c’era un albero che uno stronzo ha estirpato, ecco io voglio diventare quell’albero, trasformami in un albero, voglio essere un albero per l‘eternità, si può fare?”
San Pietro: “Vediamo che si può fare. Ora però non posso, sono occupato l‘arcangelo Gabriele si è messo in malattia e sono solo. Smonto alle 8, appena finisco ti trasformo in un albero. Tu però ora vatti a sedere su quella panchina e aspetta”
Sottoscritto: “Grazie Piè, sei troppo gentile. Allora io mò mi vado a sedere lì e aspetto, occhei?”
San Pietro muove verticalmente la testa con un sorrisino e io mi vado a sedere sulla panchina.
Per la stanchezza mi addormento.
Quando mi risveglio lo scenario è cambiato. Sono sempre su una panchina, ma il clima è molto diverso, fa un caldo assurdo. Ad un tratto mi sento chiamare:
“A.A.”
Sottoscritto: “Si, sono io”
“Bene bene, avvicinati. Ti faccio i miei complimenti per l’ottima scelta”
Sottoscritto: “Grazie, anche se mi sfugge di cosa sta parlando”
“Parlo di aver preferito noi a “quelli di lassù””
Sottoscritto: “…Bravo San Pietro, mi ha fregato. Vabbè poco male. Prima di entrare mi tolga una curiosità: Jimi Hendrix sta da voi?”
“certo, lo trovi al bar a bere e giocare a poker con Jim Morrison e Janis Joplin”
Sottoscritto: “grande! Io ho sempre amato il poker!”

Ringraziamenti. Varie ed eventuali.

Molto probabilmente questo blog non sarà letto da nessuno. Poco male.
Se per uno stranissimo caso della vita, tu, o visitatore, che non appartieni alle seguenti categorie "fratello", "parenti", "amici", "varie ed eventuali", dovessi visitare questo blog, beh io ti ringrazio. Per i restanti che appartengono alla categoria "fratello" "parenti" "amici" "varie ed eventuali" andatevene affanculo...vabbè, dai, grazie anche a voi.

P.S. In questo blog non scriverò di vita privata e argomenti affini per due motivi:
1)Conduco una vita terribilmente noiosa
2)Saranno cazzi miei?

Ero giovane e inesperto

Ringraziamenti

A mio fratello Leonardo e a Nicola per il logo.