venerdì 18 gennaio 2008

Memoria di un pesce rosso

Quando la risposta giusta era l’altra
Quando saresti voluto andare controcorrente, anche solo per sapere cosa avresti provato
Quando pensi che tentare significhi per forza fallire
Quando prometti ma sai che non manterrai
Quanto ti affezioni troppo velocemente
E quando non ti affezioni proprio
Quando agisci troppo istintivamente
E quando non agisci per vergogna
Quando per timore
Quando ti rendi conto che una determinata persona non la rivedrai mai più
Quando la conseguenza
E pensi sempre alla conseguenza
Quando il treno, oramai, ha fischiato
Quando avresti voluto coglierla quell’occasione
E quando forse sarebbe stato meglio non averla colta
Quando un “vaffanculo” sarebbe la risposta migliore
Ma poi la conseguenza?
Sempre ‘sta conseguenza
Quando ti comporti male, ma davvero male…da stronzo diciamo.
Quando sei inibito dalla vergogna
E quando dalla paura
Quando le frasi avventate
Quando ci sono tante, troppe cose che vorresti fare e tante, troppe che invece no.
Forse per tutte queste ragioni ci sarebbero dei vantaggi nel vivere ogni giorno una vita diversa. “Vivere una vita diversa” non lo intendo in senso buddista. Più che di una trasmigrazione parlo di una resurrezione. Una quotidiana rinascita senza la scocciatura di poter ritrovarsi incastrato nella carcassa di una vacca. Vivere sempre la stessa vita, ma ogni giorno come se fosse la prima volta. Prendersi tutti i rischi, afferrare tutte le opportunità. Non affezionarsi a nulla. Rendere rarità la quotidianità. Incantarsi davanti una macchinetta del caffè e meravigliarsi per quell‘oggetto strano che emana luce e calore. Ogni giorno. La noia, foriera dell’inettitudine, verrebbe così soppressa. I rischi non si chiamerebbero rischi bensì possibilità. Dove non ci sono rischi non ci sono preoccupazioni. E dove non ci sono preoccupazioni, forse, c’è felicità. Invidio chi soffre di amnesia. Invidio i pesci rossi.

Woow. Wooow. Woooow. Dove sono? Chi sono? Dove vado? Qual è il senso della mia vita? Come prima cosa dovrò iniziare a dare un nome alle cose. Io mi chiamerò…mi chiamerò…"pesce rosso". Ah ah! Sì! "PESCE ROSSO"! Poi..poi…woow, cos’è quella cosa? Eheh…la chiamerò, la chiamerò pietra. Eh già, il nome adatto, "pietra". E cos’è questo fluido umidiccio che mi avvolge e mi protegge…un attimo…che vuol dire “fluido”? che vuol dire “umidiccio”? Comunque la chiamerò "acqua". Adoro questo posto! Devo esplorarlo bene, devo conosce…wooow! Wooooow! Cos’è quella cosa? Ho come un dejà-vu…comunque la chiamerò…la chiamerò "montagna". Sono felice, è un mondo fantasti…wooow! Woooooow! Cos’è quella cosa lì? Quella cosa con dei forellini e un patina verde sopra…cos’è? La chiamerò…la chiamerò "Dio"!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

allora non passano le loro giornate girando inanemente in una stupida palla di vetro...

Anonimo ha detto...

mmm....che strano post....diverso dai soliti....troppo riflessivo...Che hai?tutto bene????
baci baci...

chokolate ha detto...

ciao raga passavo di qua e complimentiper il posticino si davverocarino orake so ke siete qui passerò spesso per dare un occhiata!!!!
baci atutti da chokolate

Anonimo ha detto...

grazie per avermi dato del "voi". non so a quale "ragazzi" ti riferisci ma io qui sono solo.

Ero giovane e inesperto

Ringraziamenti

A mio fratello Leonardo e a Nicola per il logo.